Quando si parla con gli addetti ai lavori l’ironia svanisce: si parla di aziende, di stipendi che rischiano di saltare. C’è poco da scherzare. Il segretario nazionale di Assotrasporti Fabrizio Civallero: «Basta superare il confine per capire che la soluzione ci sarebbe. In Francia i singoli cantieri sono perfino più grossi. Però lavorano con più operai e ventiquattro ore su ventiquattro. Qui in Italia spesso capita di sfilare a passo di lumaca accanto a cantieri deserti. Le strettoie sono troppe, e durano troppo tempo. Davvero non si può programmare meglio? Per noi è un disastro di cui non si vede la fine».
Per chi lavora nel settore ci sono due ordini di problemi, spiega Gianluca Di Rocco, dirigente nazionale di Assotrasporti (delegato per il lavoro) e consulente del lavoro a Bordighera. «Ogni mezzo in viaggio per un’impresa ha tempi contingentati. Più le consegne sono veloci più si riduce il loro costo. E poi ci sono obblighi di legge legati alla sicurezza». Altro paradosso dlela modernità «Gli autisti possono stare al volante soltanto un certo numero di ore. Può capitare che si trovino obbligati a fermarsi perché la strumentazione ha calcolato le ore passate in coda come tempo di viaggio. Magari appena l’ingorgo si è sciolto». Rabbia, tensione, amarezza, problemi con chi gestisce le consegne. Bisogna poi considerare che quasi tutte le merci che viaggiano all’interno del triangolo delle Bermuda lo fanno su gomma. Alimentari, abbigliamento, elettronica, tutto arriva grazie – ma serebbe più giusto dire alla faccia – all’autostrada (A6 o A 10). Blangero trasporti è una delle aziende-tipo: sede a Boves, servizio settimanale tra Cuneo e Imperia. «Siamo in perenne difficoltà con tutti i clienti, che si trovano continuamente obbligati a subire le conseguenze dei nostri ritardi».
Sulla tratta opposta lavora Mineo autotrasporti. Sede ad Arma di Taggia: «Tutto il nostro lavoro fuori dalla provincia funziona così. Tra un blocco e l’altro una consegna puntuale è un fatto straordinario».
Le conclusioni al presidente di Assotrasporti, Secondo Sandiano. «Chiediamo più attenzione alle istituzioni e maggiore apertura ai tavoli di concertazione: siamo sulle strade tutti i giorni, forse sarebbe il caso di ascoltarci di più. Un esempio classico: durante il Covid, superata la primissima fase, avevamo suggerito di concentrare gli interventi durante i vari lockdown, col traffico ridotto al minimo. Non suoni come una critica, sono sicuro che l’obiettivo di tutti è risolvere il problema. Però devo anche dire che la nostra proposta non ha ottenuto riscontri». Possibile? Sicuro.
Fonte: La Stampa