La redazione del TG1, nella persona della famosa giornalista della testata, Francesca Grimaldi, ha contattato la sede nazionale Assotrasporti di Cuneo ed in pochi giorni grazie alla preziosissima collaborazione di tutte le parti in causa è stato preparato il viaggio definendolo nei minimi particolari secondo quanto richiesto dal TG1 che, con questo servizio, ha inteso vivere e quindi testimoniare la vita quotidiana di camionisti ed autotrasportatori.
L’appuntamento dunque era alle ore 22 di martedì 19 gennaio 2010 presso l’area di servizio San Zenone Ovest nei pressi di Melegnano (MI) dove ci siamo trovati noi di Assotrasporti, la troupe del TG1 e naturalmente l’autista scelto per il viaggio da Speltra Autotrasporti e cioè Massimo Callai.
La troupe ha immediatamente provveduto a “preparare” il mezzo installando telecamere e microfoni al fine di vivere in prima persona, direttamente in cabina, il viaggio con tutte le sue caratteristiche.
Qui è iniziato il lungo viaggio, con a bordo una troupe del TG1 facente capo alla stessa Francesca Grimaldi che personalmente ha voluto vivere e documentare la quotidianità degli autotrasportatori.
Francesca Grimaldi, dunque, Insieme a due operatori, è salita sul tir dell’azienda Speltra Giuliano Autotrasporti (associata Assotrasporti) per scendervi a Roma dopo un viaggio durato più di dieci ore molto colpita da quanto sia effettivamente difficile la vita dell’autotrasportatore.
Per tutti è stata un’esperienza alquanto gratificante e per questo motivo desideriamo ringraziare tutti coloro i quali hanno fatto in modo che l’intero evento si svolgesse in maniera perfetta.
E' per Assotrasporti motivo di grande soddisfazione essere stati scelti da una delle più importanti (forse la più importante o comunque la più conosciuta) testate giornalistiche italiane per portare a conoscenza del proprio pubblico la realtà dell’autotrasporto e degli autotrasportatori italiani. Non possiamo dunque esimerci dall’esporre il nostro punto di vista che è tuttavia riassunto in maniera tremendamente perfetta nelle interviste a Giuliano Speltra e a Massimo Callai che trovate qui di seguito. Aziende di autotrasporto sempre più soffocate da costi insostenibili e da una burocrazia lenta ed opprimente ed autisti costretti ad una vita eufemisticamente “difficile” per via di infrastrutture costose ma allo stesso tempo inadeguate a garantire servizi quantomeno accettabili. E’ la fotografia di Giuliano e Massimo ma sappiamo, ahimè, che è anche quella di quasi tutte le aziende e di quasi tutti gli autisti. A tale proposito, ancora una volta, chiediamo al Ministro Matteoli ed al Sottosegretario Giachino di coinvolgere TUTTE le associazioni dell’autotrasporto (anche quelle rappresentate talvolta soltanto a livello locale) in una discussione che sin da subito sia utile a trovare le soluzioni che possano garantire la giusta dignità ad un settore fondamentale della nostra economia.
A voi autotrasportatori, invece, chiediamo semplicemente di contattarci per unirvi a noi ed avere insieme maggiore forza.
Le INTERVISTE ai PROTAGONISTI
Abbiamo colto l’occasione del viaggio realizzato per il TG1 per incontrare anche noi e rivolgere alcune domande a Massimo Callai, colui che ha guidato il TIR da Milano a Roma per sentire le sue opinioni e il suo punto di vista sul suo lavoro e sul momento dell’autotrasporto italiano.
D. Da quanti anni svolge questa professione?
R. Sono alla guida da ormai più di vent’anni, ventuno per la precisione. Ho infatti iniziato il mestiere di autista nell’ormai lontano 1989.
D. Cosa significa fare l'autista oggi? Come è cambiata questa professione in questi anni?
R. Fare l’autista oggi significa molto sacrificio e poche, quasi nulle, soddisfazioni. Ci vuole una grandissima pazienza e molta disponibilità nei confronti di coloro con i quali si lavora.
D. Quali sono gli aspetti più belli e quali quelli meno belli di questo mestiere?
R. In questo lavoro di aspetti belli ce ne sono pochissimi. Uno è sicuramente il senso di libertà che però viene decisamente meno quando ti trovi ai punti di carico e scarico.
Gli aspetti meno belli invece, ahimè, non sono pochi. Ci troviamo quotidianamente a dover affrontare attese lunghissime, servizi praticamente inesistenti, strade davvero indecenti che paiono mulattiere, controlli che non ci sono e che se ci fossero tutelerebbero chi come me, come noi, effettua viaggi nel totale rispetto di tutte le normative.
D. Ha mai pensato di cambiare mestiere che per un autotrasportatore significa anche cambiare vita?
R. Beh, sicuramente ci ho pensato. Come tutti credo. Guardandomi intorno però, ed immaginandomi a fare qualcos’altro, mi rendo conto che probabilmente molto di meglio in giro non c’è.
Abbiamo poi incontrato Giuliano Speltra, titolare dell’omonima azienda di autotrasporto che ha programmato e coordinato insieme ad Assotrasporti il viaggio in tutti i suoi aspetti.
D. Sig. Speltra, da quanti anni svolge la professione di autotrasportatore?
R. Sono ormai 17 anni visto che ho aperto la mia azienda nell’ormai lontano 1993.
D. Come è cambiata, se è cambiata, e come si è evoluta la sua professione?
R. Inizialmente ho lavorato come dipendente presso varie aziende di autotrasporto. Poi sono subentrato in una cooperativa con un bilico fino ad arrivare ad averne due (un autotreno ed un porta container). La crisi nel trasporto container ha comportato che rivendessi questa macchina e succesivamente la mia uscita dalla cooperativa e la gestione in proprio dei 2 mezzi che ho ancora oggi. Adesso effettuo soprattutto viaggi locali (Toscana ed Emilia Romagna) e trasporto soprattutto merci legate all’agricoltura (cereali, concimi, ecc.).
D. Quali sono le cose che funzionano e quali quelle che non funzionano nell'autotrasporto italiano?
R. Le cose che funzionano purtroppo sono talmente poche e durano talmente poco che si perdono strada facendo. Quelle negative invece, ahimè, sono sempre di più e sono le solite; quelle che vengono abitualmente evidenziate nel nostro settore ma alle quali pare che nessuno dia ascolto. Situazione paradossale se consideriamo che in Italia la maggior parte del trasporto avviene su gomma. Ci abbiamo provato a fermarci, con alcuni scioperi negli anni passati che tutti avete visto e tutti sapete quali gravi conseguenze hanno portato in quei giorni, ma poi come al solito si passa alla trattativa tra governo e associazioni di categoria che porta sempre poco, troppo poco; si fanno passi da formica anzichè da gigante. Un altro problema ormai annoso è il prezzo del gasolio che è divenuto ormai insostenibile soprattutto a fronte di tariffe di trasporto che non possiamo aumentare perchè rischiamo di essere schiacciati dalla concorrenza sleale non soltanto da parte delle ditte italiane ma anche e soprattutto dalle ditte estere, in particolar modo dell’Europa dell’est. Altra nota dolentissima sono le autostrade che hanno tariffe alte e in continuo aumento nonchè stazioni di servizio mal funzionanti e nient’affatto sicure. Della scarsissima sicurezza delle aree di servizio, purtroppo, sono testimone diretto visto che lo scorso anno ho subito un furto di un rimorchio carico.
D. Quali sono le problematiche principali che quotidianamente deve affrontare?
R. La problematica principale è la gestione dei viaggi. Purtroppo le ditte non sempre mantengono i tempi di carico e scarico e capita spesso di dover aspettare ore prima di essere pronti con il carico o lo scarico mentre, ovviamente, noi siamo sempre tenuti a rispettare i tempi per non rischiare di perdere il cliente. Altro problema è rappresentato dalla burocrazia. Prima c’era la bolla di accompagnamento che è stata tolta per lasciare spazio al “DDT” ed ora recentemente è stata introdotta la scheda di trasporto. Di certo tutti questi cambiamenti non ci semplificano la vita. Anche la questione dei rimborsi autostradali a mio parere rappresenta un tasto dolente visto che per ottenerli è necessario aderire ad un consorzio che, naturalmente, per pagare i propri costi di gestione, deve trattenerne una percentuale, riducendo di fatto la somma che ci spetta. Il tutto poi viene erogato sempre più in ritardo, a distanza di anni da quando i rimborsi sono maturati.
D. Quale futuro vede per gli autotrasportatori italiani?
R. Beh, il momento così negativo dell’economia mondiale non lascia sicuramente indenne l’autotrasporto italiano anzi a mio parere siamo tra quelli che ne risentono maggiormente. Tuttavia essendo la mia una piccola azienda riesco, con il lavoro che svolgo, a pagare gli stipendi degli autisti, i leasing ed i vari fornitori. Se una volta ciò avveniva in maniera quasi naturale ora per fare tornare i conti passo intere giornate al telefono per organizzare i viaggi nel modo migliore per ridurre il più possibile i viaggi a vuoto che ormai nessuno si può più permettere. Mi capita anche di rivolgermi alle agenzie ma le percentuali che si trattengono sono piuttosto alte e dunque il margine che resta è praticamente nullo.Il mio auspicio per il futuro è che si capisca che l’Italia non vive di soli turismo e moda ma esistono anche tanti altri settori che vanno tutelati con aiuti veri e non ridicoli come quello relativo agli incentivi per i veicoli Euro5 il cui incentivo per l’acquisto è stato di € 1.700 a fronte di una spesa di circa € 150.000,00 senza considerare il tempo dedicato dal sottoscritto e dal commercialista per la presentazione della domanda. Vi chiedo: vi sembra logico?