Mentre il Governo mette in campo nuove misure per arginare gli annosi problemi di cabotaggio abusivo e dumping sociale nell'autotrasporto merci, chiediamo, in una lettera diretta al Presidente del Consiglio e ai Ministeri dell’Interno, dei Trasporti e del Lavoro, che i controlli stradali siano equamente distribuiti fra trasportatori italiani e stranieri. |
Finalmente il Governo sta attuando i punti della piattaforma Assotrasporti di proposte per la ripresa dell’autotrasporto, che presentammo a partire da febbraio 2014 al Ministero dei trasporti, alla Presidenza della Commissione europea, a Deputati, Senatori e altri attori istituzionali (ottenendo risposte positive dai vertici della Commissione europea, da diversi parlamentari che si ispirarono al nostro programma per presentare interrogazioni parlamentari e proposte di legge, e dal Vicesegretario PD).
Da allora abbiamo sollecitato più volte l’intervento del Governo a tutela delle piccole e medie imprese italiane di autotrasporto merci, minacciate dalla sempre più pervasiva concorrenza estera sleale.
Da anni Assotrasporti chiede un intervento operativo per arginare questo fenomeno sulle nostre strade, che sta gradualmente costringendo alla chiusura molte delle nostre aziende.
Da anni Assotrasporti chiede maggiori verifiche sui mezzi con targhe straniere e/o autisti di altra nazionalità (comunitaria o extracomunitaria) e che a questi veicoli sia verificata anche la regolarità della revisione.
La mancanza di questo tipo di controlli permette infatti ai veicoli stranieri di circolare liberamente sulle nostre strade non revisionati e in alcuni casi pericolosi per la circolazione, creando disparità nei confronti degli autotrasportatori italiani, con in più conseguenze deleterie in termini di sicurezza stradale.
Per questo motivo chiediamo che gli agenti preposti effettuino gli accertamenti sui trasportatori italiani e stranieri (questi ultimi in maggioranza sulle nostre strade) in maniera proporzionale al numero di veicoli circolanti, o per lo meno in maniera equa al 50% (ogni dieci veicoli controllati almeno cinque dovranno essere di targa straniera).
Da un lato, gli autotrasportatori italiani, ad oggi unici soggetti a controlli e sanzioni, lamentano da troppo tempo di essere diventati il “bancomat” della Pubblica Amministrazione.
Dall’altro lato, gli autotrasportatori stranieri sono liberi di circolare anche in modo irregolare, non solo in assenza della revisione, ma anche in regime di cabotaggio abusivo, in violazione dei tempi di guida o con coperture assicurative insufficienti e spesso senza pagare i pedaggi autostradali. E, cosa non meno importante, sono liberi di poter trasportare illegalmente persone e armamenti in territorio europeo, in un contesto globale di ormai grande incertezza e minaccia.
Controlli più diffusi ed efficaci contribuiranno ad aumentare la sicurezza, da un lato, di tutti i cittadini contro le insidie del terrorismo, dall’altro lato, delle aziende di autotrasporto merci contro le irregolarità dei vettori stranieri che circolano sul nostro territorio.
In rappresentanza di tutti i piccoli e medi autotrasportatori italiani, che pagano il prezzo più alto delle conseguenze del cabotaggio abusivo, chiediamo con urgenza, anche in forma di accesso agli atti in base alle vigenti norme, di essere informati sul contenuto dell’annunciato Protocollo di intesa fra i Ministeri dell’Interno, delle Infrastrutture e dei trasporti e del Lavoro e delle politiche sociali, e di poter prendere parte al tavolo tecnico di verifica che, secondo fonti di stampa, verrà effettuato al termine del periodo sperimentale dei controlli.
Ribadiamo infine la proposta, formulata in più occasioni, di costituire un tavolo di lavoro comune tra associazioni dell’autotrasporto e Forze dell’Ordine, con l’obiettivo di rivedere le strategie sui controlli e formulare apposite istruzioni volte a renderli sempre più efficaci.
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