Per il momento l’unica certezza è che ci sono state due vittime, Andrea Anzolin l’autista dell’autocisterna, e un pensionato investito dall’onda d’urto dell’esplosione che, in seguito al ricovero in terapia intensiva non ce l’ha fatta.
Genova, martedì 14 agosto 2018, il viadotto Polcevera, il cosiddetto Ponte Morandi, crolla su se stesso causando la morte di 43 persone.
Le indagini sono ancora in corso, ma la causa sembrerebbe un cedimento strutturale dei sostegni.
Non passa molto tempo prima che qualcuno levi il dito indicando l’autotrasporto che, con i suoi “mezzi pesanti” e il “super camion” (l’ultima di una serie infinita di bufale del web) ha usurato il ponte oltremisura.
Direttamente o indirettamente che sia, di questi tempi, camion e camionisti sono tra i bersagli preferiti del web.
L’autotrasporto, un settore fondamentale per la società
Nella vita di tutti i giorni siamo abituati a trovare ciò di cui abbiamo bisogno a portata di mano: la pasta nei ripiani del supermercato, la macchina del caffè in ufficio e la birra belga o tedesca che tanto amiamo nel nostro pub preferito.
Questi prodotti però, così come tutti i beni di cui disponiamo, in un modo o nell’altro devono uscire dall’azienda produttrice ed arrivare fino a noi. Che viaggino in aereo, nave o treno, prima o poi per arrivare nei piccoli centri abitati su un camion devono salire.
Anche se molti non se ne rendono conto, l’autotrasporto è un settore vitale per il nostro Paese, in crescita o meno a seconda dell’andamento dell’economia. In periodi di crisi, infatti, gli autotrasportatori sono tra i primi ad accusare il colpo, ma quando i consumi tornano ad aumentare, crescono anche i mezzi pesanti sulle nostre strade.
In Italia, infatti, l’86,5% delle merci viaggia su gomma, ben il 10% in più rispetto alla media europea del 76,4% secondo i dati forniti dall’Eurostat.
Un lavoro gravoso
Fare il camionista non è un gioco da ragazzi. Si percorrono km e km di asfalto, spesso si sta fuori casa per giorni, si dorme a bordo del mezzo e non in alberghi 5 stelle e lo stress di code e rallentamenti è notevole.
In più la concorrenza sleale operata da alcune aziende dell’est Europa costringe le nostre imprese italiane a una concorrenza spietata e offerte a ribasso che, al termine della filiera, gravano sulle spalle dell’autotrasportatore costretto a spingersi al limite della legalità per non perdere il lavoro.
Questo settore, così come molti altri in Italia, sta risentendo della crisi economica e della mancanza di riforme concrete da parte dei poteri forti.
Con questo articolo Assotrasporti, in qualità di associazione che tutela e difende l’autotrasportatore, vuole sostenere tutti i camionisti professionisti che svolgono il proprio lavoro con serietà e competenza e che, negli ultimi tempi, si sono sentiti accusati ingiustamente dal web.