L’autotrasporto non può vivere di sussidi. Lo Stato deve mettere in condizione le aziende di acquisire competitività, indipendentemente dagli aiuti statali, ridotti anno dopo anno. È quanto Assotrasporti continua a chiedere a gran voce.
Assotrasporti lo aveva ribadito nel dicembre 2013, all’indomani della firma del Protocollo d’intesa Governo-associazioni: mentre i presenti al tavolo ministeriale stringevano un accordo a favore della categoria, gli autotrasportatori scendevano in piazza per contestarlo, confermando una grave mancanza di rappresentatività della base.
Ma il fondo del baratro si è toccato con l’inserimento antidemocratico di un emendamento all’interno delle Legge di Stabilità 2014, che ha assicurato ai soliti noti l’accesso al Comitato centrale.
Il cambiamento deve essere radicale. Occorre porre le basi per una concorrenza sana e produttiva. L’autotrasportatore, che oggi paga i costi di esercizio per chilometro e il prezzo del gasolio più alti in Europa, deve poter vivere e guadagnare senza aiuti statali.
La stessa Corte dei Conti aveva posto dubbi sulla loro efficacia: la categoria infatti, sempre più ridotta all’osso, è costretta ad aspettare l’arrivo di questi fondi per poter coprire i propri costi. Quanto i sussidi vengono ridotti o tardano ad arrivare, la categoria rimane con l’acqua alla gola.
Tale meccanismo deve cambiare! Pertanto, Assotrasporti invita il Governo, i deputati e anche le altre associazioni di categoria ad intervenire con incisività preoccupandosi, prima ancora che di ricercare ogni anno i (sempre meno) fondi al settore, di attuare soluzioni concrete per incrementare la competitività delle nostre imprese, dando attuazione ai punti della piattaforma dell’associazione, in parte a costo zero.
Intanto Assotrasporti è all’opera per aggiornare le proprie proposte, al fine di sottoporre al Governo ulteriori soluzioni a costo zero che vadano a sostituire gli aiuti di Stato, il tutto per ridare dignità e produttività al settore.