Gli stati europei attuano singole iniziative per combattere la concorrenza sleale estera, ma a rimetterci è l’autotrasportatore italiano. Da questa riflessione è partita l’azione di un gruppo di associazioni vicine alla base, con Assotrasporti capofila, che ha richiesto l’intervento del Governo italiano e dell’Unione europea per arginare le iniziative di alcuni Paesi membri i quali, nell’introdurre norme volte a limitare il fenomeno del dumping sociale, creano in parallelo disequilibri ed inutili adempimenti burocratici per le imprese di autotrasporto italiano. |
Il risultato è che le imprese italiane che operano nella legalità subiscono gravi conseguenze da quelle norme che dovrebbero contrastare la concorrenza sleale ed il dumping sociale. Tali iniziative normative infatti non colpiscono chi effettua cabotaggio abusivo e delocalizzano la loro attività all’estero anzi, rischiano di agevolarli nel loro intento fraudolento.
Assotrasporti, da sempre attenta e sensibile a tali fenomeni, ha chiesto l’azione immediata del Governo nei confronti della legge tedesca, affinchè non vengano poste in essere iniziative non armonizzate a livello comunitario.
Inoltre, Assotrasporti, Cepi-Uci e Un.i.coop Trasporti hanno altresì interpellato l’UE, ritenendo prioritario attuare provvedimenti volti ad equilibrare le norme dei singoli Stati con la legislazione europea. Tale proposta ha già ottenuto un riscontro positivo in passato, quando Assotrasporti prese posizione, per prima in Europa, sulla legge francese che vietava il riposo settimanale “lungo” a bordo del camion.
La questione “Europa” non riguarda solo chi, nell’esercizio della propria attività di trasporto merci, si sposta oltre i confini nazionali. Anche gli autotrasportatori che non viaggiano all’estero si trovano quotidianamente a dover convivere con le normative decise a livello comunitario. Esempi molto sentiti sono proprio il cabotaggio illegale, la delocalizzazione abusiva e la concorrenza estera sleale dei trasportatori dell’Est Europa che trasportano merci a basso costo nel nostro Paese.
Si capisce, allora, l’importanza di avere regole comuni in tutti gli Stati membri dell’UE: migliorare e armonizzare a livello comunitario le diverse leggi nazionali contribuirebbe a far sì che l’Italia non sia più terra di facile conquista per gli stranieri.
Ricordiamo infine che, per rappresentare al meglio i piccoli e medi autotrasportatori italiani ed influenzare l’attuazione delle politiche comunitarie, Assotrasporti è stata accreditata da inizio anno presso le istituzioni dell’Unione europea, precisamente Parlamento e Commissione UE.
L’azione di tutela sindacale dei trasportatori ad opera di Assotrasporti non si ferma, dopo i tanti interventi e le risposte ottenute dai massimi vertici in sede comunitaria, l’associazione è fermamente convinta che per combattere il dumping sociale sia necessario passare dall’Europa.
L’apertura dei mercati oltre i confini nazionali è oramai un dato di fatto, i singoli Paesi membri non possono ignorare le politiche dell’Unione europea a discapito degli autotrasportatori italiani.. dobbiamo farcene una ragione e pensare in modo “europeo”!