A questo proposito risultano particolarmente significativi i dati registrati dall’Osservatorio Asaps per il 2016, resi noti dal portale dell’Asaps.
Il 2016, infatti, è il primo anno in cui per 9 mesi era già in vigore la Legge sull’Omicidio e lesioni stradali.
Il numero di “episodi significativi” - quelli, cioè, che secondo l’Osservatorio causano almeno un ferito - nell’anno appena concluso sono stati 1.192, con un incremento pari al 9,6%.
Nel 2015 erano stati 1.087.
E i feriti? 1.428 nel 2016, 174 in più del 2015 (1.254) con un incremento del +13,9%.
Va specificato tuttavia che l’Osservatorio prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave.
Per quanto concerne il numero delle vittime mortali, si registra un netto calo: nel 2016 sono state 115, 31 in meno rispetto al 2015 quando furono 146. Una significativa diminuzione del 21,2%.
Può apparire strano che il numero di episodi sia aumentato mentre quello dei decessi diminuito. Come spiegare tutto ciò?
Bisogna far riferimento ad un dato in particolare: i guidatori risultati positivi ad alcol e droga fra i pirati individuati è in calo. Nel 2016 sono stati complessivamente il 15,3%, mentre nel 2015 erano stati il 17,5%.
Se si restringe il dato alle piraterie mortali, nel 2016 sono state il 22,6% mentre nel 2015 il 24,7%.
L’Osservatorio rende noti anche altri dati. Il 55,3% degli autori di pirateria stradale viene smascherato - dato in calo rispetto al 56,2% del 2015 - mentre il 44,7% resta ignoto.
Relativamente ai casi di omissioni di soccorso mortali, ne vengono smascherati quasi il 60%.
Su 1.192 inchieste, 659 hanno portato all’identificazione del responsabile, arrestato in 102 occasioni, pari al 15,5% delle individuazioni). Lo scorso anno gli arresti erano stati il 23%. Ciò mostra come l’Omicidio stradale in questo caso non abbia incrementato l’uso delle manette.
Le denunce a piede libero sono state 557 (84,5%).
L’84,6% degli atti di pirateria avviene di giorno (1.009 contro 183).
Le categorie più colpite sono quelle deboli della strada, soprattutto bambini (147) e anziani (127), rispettivamente il 9,5% e l’8,2%.
I pedoni la categoria più tartassata, con 444 eventi: 54 morti, pari al 47% dei decessi complessivi (in diminuzione rispetto al 2015 quando furono 76 e il 52% del totale dei morti) e 441 feriti, pari al 30,9%.
A seguire i ciclisti. Gli episodi che hanno coinvolto questa categoria sono stati 209, decisamente in aumento rispetto ai 155 del 2015. 22 i ciclisti rimasti uccisi (19%) e 209 i ricoveri (14,6% del totale). L’anno precedente i dati erano stati rispettivamente 19 e 145.
Qual è la diffusione di questi episodi a livello nazionale? Al primo posto di questa triste classifica c’è ancora la Lombardia, con 161 episodi (13,5%), al secondo il Veneto con 122. A seguire Emilia Romagna e Campania con 115, la Toscana con 105, il Lazio con 101, la Sicilia con 90. Poi ancora Puglia (77), Piemonte (60), Liguria (59) e le altre regioni con numeri inferiori.
L’identikit del pirata sostanzialmente sempre lo stesso. Nella maggior parte dei casi uomini di età varie, spesso sotto i 50 anni e sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti (motivo per cui il pirata decide di fuggire).
Altre motivazioni consistenti: il timore di perdere i punti della patente e lo stesso documento di guida. Diversi anche i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false.
Fonte: TN Trasportonotizie