"Secondo il Consiglio superiore dei lavori pubblici, un organo tecnico del Mit, i tunnel a rischio -continua la nota di Assotrasporti- sono circa 200. Dopo il cedimento del ponte Morandi, nel 2018, era stato annunciato dal governo un più incisivo sistema di controlli con la nascita dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa). Ma la situazione non è affatto migliorata". "Ci hanno messo quasi un anno per nominare i vertici. Poi, è caduto il governo. Quanti ministri e presidenti del Consiglio dovranno cambiare prima che si faccia davvero qualcosa di concreto?", si domanda il presidente di Assotrasporti.
"L’incolumità degli autotrasportatori e degli automobilisti al momento non è garantita -continua Sandiano- e non vogliamo essere complici della paralisi generale. Accanto alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale va preso un altro provvedimento. Tutti i tecnici che già lavorano per i vari enti pubblici, dai Comuni al Genio militare, devono essere coinvolti nell’attività di monitoraggio. Hanno le competenze e sono già stipendiati. È una cosa che si può fare subito e a costo zero".
"Siamo lavoratori della strada -commenta Alfonso Riva, presidente della Federazione autonoleggiatori italiani trasporto persone- e chiediamo che il nostro posto di lavoro sia reso conforme alle regole di sicurezza che lo Stato pretende alle imprese". "Siamo costretti ogni anno - avverte - a sostenere la revisione dei veicoli ma forse sarebbe il caso di revisionare le strade. C’è un'evidente mancanza di simmetria che, ancora una volta, è tutta a sfavore delle aziende. È inutile avere i mezzi e le rimesse a norma quando la maggior parte delle strade sono a rischio".
La Fai Trasporto Persone aderisce alla confederazione nazionale Sistema Impresa. Il presidente Berlino Tazza denuncia i continui disservizi dovuti ai sequestri, ai cantieri infiniti e ai rallentamenti che provocano ritardi nelle consegne. Tutti aspetti che stanno pesando sui bilanci aziendali.
"Il nostro è un sindacato intersettoriale con 167mila imprese -spiega il presidente Tazza- e registriamo proteste quotidiane sullo stato delle vie di comunicazione. Il trasporto è una componente importante nel calcolo dei costi e del prezzo finale delle merci. Fermo restando che la priorità più urgente è mettere in sicurezza le tratte, non si può non prestare attenzione al dato economico. Complessivamente il settore, in un anno, ha perso il 6% dei ricavi e il 20% delle commesse". "Bisogna risarcire gli operatori penalizzati dalle politiche nazionali ed europee che privilegiano i grandi gruppi a discapito delle Mpmi. In presenza di disservizi così diffusi e prolungati la libertà d’impresa non può essere esercitata. Lo Stato deve intervenire e azzerare i pedaggi", conclude.
Fonte: Adnkronos.