Nel caso in cui non possa dare risposta immediata, il Governo si impegni perlomeno a rinviare i termini per il pagamento delle imposte per i soli soggetti interessati.
La situazione oggi è insostenibile.
Da un lato, gli autotrasportatori non sono in condizione di sopportare il prelievo derivante dai tagli decisi a inizio mese, imprevisto e oneroso: l’incidenza della riduzione è di parecchie migliaia di euro di maggiori imposte.
Dall’altro lato, i consulenti non sono in condizione di rivedere, entro il termine, i calcoli delle imposte, in mancanza di un intervento chiarificatore del Governo più che tempestivo.
Sinora le prese di posizione ci sono state, le proteste si sono levate, ma il Governo pare abbia fatto orecchie da mercante. O forse no. Perché durante uno degli incontri fra associazioni accreditate al Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori e il Ministero dei trasporti, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo, quando si parla di incontri come questi) che i rappresentanti ministeriali abbiano stilato una lista di promesse per dare soluzione alle questioni più urgenti del comparto. Prima fra tutte, quella relativa al rimborso delle spese non documentate.
Per ora non si è fatta alcuna chiarezza: c’è chi si appella all’impegno assunto dal Governo a ripristinare i fondi tagliati, c’è chi tace. Assotrasporti ora vuole i fatti.