Giovedì 6 febbraio 2020 si sono incontrati alcuni dirigenti dell’ACIT, “Associazione Cuneese Innovazione nel Trasporto” aderente all’Associazione Nazionale degli autotrasportatori Assotrasporti. I dirigenti, Gabriella Tomasi, Fabrizio Civallero, Roberto Hatfull, Luigi Olivero e Bartolomeo Torrengo, si sono incontrati per discutere delle problematiche che stanno preoccupando gli autotrasportatori della provincia di Cuneo. |
Il Presidente nazionale Secondo Sandiano, ospite della riunione, ha sottolineato che la richiesta inviata alla Prefettura di Cuneo da ACIT non è un’iniziativa isolata, ma che l’associazione nazionale e le altre territoriali stanno provvedendo a contattare le singole prefetture di Piemonte, Liguria e altre zone a rischio.
Il Presidente di ACIT, Gabriella Tomasi, ha proseguito la riunione introducendo i punti di discussione seguenti, concernenti in prima persona gli autotrasportatori locali e, più in generale, tutti i cittadini e i fruitori delle infrastrutture cuneesi: in primis la difficile situazione venutasi a creare sull’autostrada A6 Torino-Savona. Già interessata da diversi lavori di manutenzione iniziati nel 2019 e ancora in fase di completamento, dopo il crollo del viadotto Madonna del Monte dello scorso novembre l’autostrada è un continuo alternarsi di cantieri, riduzione di corsie e scambi di carreggiata che allungano fortemente i tempi di percorrenza. ACIT, in linea con la richiesta avanzata al Governo da Assotrasporti, ribadisce la necessità di esenzione totale dei pedaggi autostradali in concomitanza con cantieri e lavori che ne impediscono l’ordinaria fruizione.
Sempre in tema di autostrade, i presenti hanno proseguito la riunione parlando dell’Asti-Cuneo che, nonostante incontri, sopralluoghi e promesse di Stato e Regione Piemonte, non ha visto progressi concreti e, tantomeno, l’atteso via a lavori.
Purtroppo, la A33 non è l’unico esempio di opera incompiuta in provincia. Come appreso in questi giorni, il cantiere per il raddoppio del tunnel di Tenda è ancora fermo: Edilmaco, il consorzio che si deve occupare dei lavori, e Anas non hanno ancora trovato un accordo. La viabilità in Val Roya, pertanto, resta un privilegio dei francesi che, con l’ordinanza emessa circa due anni fa dai sindaci della valle, hanno vietato il transito ai mezzi italiani superiori alle 19 tonnellate.
La riunione dei dirigenti è stata aggiornata ad un prossimo incontro, con i colleghi che ieri non hanno potuto partecipare, durante il quale i partecipanti si troveranno per ridiscutere le tematiche affrontate ieri e verificare eventuali progressi.