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Tutti a casa e fermo ad oltranza!

9/10/2014

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Clamoroso forfait delle associazioni di categoria firmatarie del Protocollo del 28 novembre 2013: il Governo non ha rispettato i termini presi nell’accordo d’intesa che aveva bloccato il fermo dell’autotrasporto. Il sistema è sulla via del tramonto.
A seguito della riunione dello scorso 16 settembre tra il Governo e le associazioni presenti al tavolo, si è verificata la clamorosa disdetta del Protocollo  da parte di queste ultime. Il motivo del dietrofront è la mancata realizzazione dei 19 punti contenuti nell’accordo d’intesa.
Assotrasporti e Azione nel Trasporto Italiano (ATI) già in tempi non sospetti avevano denunciato - come poi si è verificato - la mancanza di risultati che l’accordo in questione avrebbe dato, se non quello di ottenere l’emendamento, inserito in maniera antidemocratica all’interno della Legge di stabilità 2014, volto a garantire ai soliti noti il posto all’interno del Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori. 
Nel frattempo, già dallo scorso dicembre, Assotrasporti e ATI stanno continuando a raccogliere il malumore e la crisi di rappresentatività della categoria. “La disdetta del Protocollo da parte delle Associazioni tradizionali ci ha stupito - sono le prime dichiarazioni del Segretario nazionale Assotrasporti Aurelio Prisco - Non doveva essere, almeno sulla carta, un accordo per tutelare l’autotrasportatore?”.
Alla luce dei recenti avvenimenti, la domanda sorge spontanea: perché le ‘grandi’ sono riuscite a trovare consensi trasversali per inserire in sordina l’emendamento che avrebbe garantito loro il posto all’interno del Comitato e hanno fallito, pur essendo nelle stanze dei bottoni, la realizzazione degli altri punti dell’accordo già raggiunto con il Governo?
Se i risultati attesi (dalla categoria) non sono arrivati, è la prova del fallimento del sistema. In nove mesi le associazioni presenti al tavolo conseguente al Protocollo d’intesa hanno perso tutte le occasioni possibili per ottenere risultati concreti, ultima fra tutte l’essersi lasciati sfuggire l’articolo nello Sblocca Italia volto a combattere il cabotaggio.
In aggiunta, il Governo non ha visto nessuna modifica nella sua composizione dalla firma del Protocollo  all’incontro degli scorsi giorni, che si è concluso con la disdetta in questione. Maurizio Lupi, ora come allora, è il Ministro dei Trasporti e lo stesso Rocco Girlanda era il Sottosegretario che aveva stipulato l’accordo. Non si comprende dunque il motivo delle lamentele per la mancanza di istituzioni durante l’ultimo incontro, se consideriamo che il consigliere che ha partecipato alla riunione è stato il Sottosegretario che ha stilato l’accordo.
Poiché lo strumento di concertazione è palesemente fallito, Assotrasporti e ATI invitano i firmatari del Protocollo d’Intesa a dimettersi dal Comitato centrale, “un posto che deriva dallo stesso accordo da cui ora prendono le distanze - dichiara Renzo Erbisti, Presidente di Azione nel Trasporto Italiano - È una questione di coerenza e di rispetto nei confronti della categoria”. 
Da questa analisi emerge l’attualità e la lungimiranza della piattaforma di proposte presentata da Assotrasporti già al Sottosegretario Girlanda e negli incontri successivi, scaturita dall’ascolto e dalle riunioni con gli autotrasportatori, gli unici interessati e allo stesso tempo vittime della gestione politico-sindacale degli ultimi anni.
In ultima istanza, alla luce del possibile fermo proclamato a seguito della disdetta, le due Associazioni sono fermamente convinte a dare un segnale di unità di tutta la categoria: “Diciamo sì al fermo, ma deve essere ad oltranza fino a quando non si arriva al risultato” sono le dichiarazioni congiunte di Prisco ed Erbisti.
Ben venga, dunque, che le associazioni tradizionali scendano in piazza, dichiarando il fallimento della gestione sinora condotta della concertazione con il Governo e il fallimento dell’Albo. “Quel giorno ci saremo anche noi, insieme alle altre associazioni e ai nostri associati - concludono le due Associazioni - ma ad un’unica ed improrogabile condizione: coerenza nel non sospendere il fermo fino a quando non si otterranno risultati concreti e attuabili subito, come quelli a ‘costo zero’ portati avanti da tempo dalla nostra associazione e che man mano le ‘grandi’ stanno facendo loro”.
Non si torna indietro, la nostra proposta è di unità nella nuova gestione e fermo ad oltranza per invertire la rotta. 
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